Generalizzare le parole del Procuratore Nazionale Antimafia può portare ad una ingiusta criminalizzazione del gioco online

Recentemente in diverse occasioni, e da ultimo venerdì scorso 11 marzo, varie testate giornalistiche, specializzate e generaliste, hanno riportato stralci dalla Relazione annuale delle attività svolte dalla Direzione Nazionale Antimafia e dichiarazioni del Procuratore Nazionale Antimafia, relative all’attività della criminalità organizzata nel settore del gioco.
Gli stralci della Relazione pubblicati dalla stampa denunciano ad esempio, con riferimento alla ‘ndrangheta : la “forte ed attuale operatività in tutti gli ambiti, sia quelli più specificamente criminali … che quelli apparentemente relativi alla c.d. economia legale, dagli appalti pubblici alle attività imprenditoriali, nel settori del commercio, dei trasporti, dell’edilizia ed in quello di giochi e scommesse, soprattutto on-line” e, con riferimento alla camorra : l’elezione tra gli “ambiti nei quali appare più conveniente reinvestire profitti criminosi quello delle agenzie di scommesse che – per la sua peculiare ramificazione territoriale oltre che per la stretta relazione con il gioco on-line, per sua natura, dematerializzato – spesso implica il coinvolgimento di più di un sodalizio criminale”.

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